by Redazione
Torniamo a parlare di cavalli, anzi… di pony, in compagnia di Elisa Amadori,
Istruttore Tecnico Federale per le attività ludiche presso il Circolo Ippico Spia d’Italia,
Circolo Federale affiliato per le discipline olimpiche alla F.I.S.E. e al C.O.N.I.,
Pony Club Raccomandato e centro autorizzato alla riabilitazione equestre.
Al giorno d’oggi, con il diffondersi dei mezzi elettronici e dei social network, nasce l’esigenza di trovare attività che favoriscano la socializzazione per i bambini e i ragazzi, la formazione del carattere, offrano valori e opportunità educative e che li portino a ritrovare un contatto con la natura e gli animali. I Pony Games rispondono esattamente a queste necessità. L’equitazione è uno dei pochi sport praticato a contatto con un altro essere vivente, che pretende cure, rispetto e responsabilità e con cui, per ottenere dei risultati, è necessario creare un rapporto di fiducia. Ma partiamo dall’inizio….
I Pony Games sono apparsi in Inghilterra alla fine degli anni ‘50. In questo periodo in Gran Bretagna, l’equide costituiva ancora un mezzo di locomozione pertanto i cavalieri in erba dovevano imparare a circolare con spigliatezza sia in ambiente naturale che urbano, ovviamente a bordo strada, e dovevano saper affrontare tutte le situazioni. In questo Paese, a forte cultura equestre, il gioco a squadre e la competizione sono apparsi il miglior metodo di apprendimento. Il successo fu immediato e totale. D’altronde i migliori cavalieri britannici attuali sono nati da questa scuola. Oggi i Pony Games sono usciti dalla nazione di origine ed hanno sempre maggiori seguaci in Europa e nel mondo. (cit. regolamento pony ludico 2013 F.I.S.E.).
Principio fondamentale di questa disciplina è il rispetto verso l’animale, è infatti vietata qualsiasi forma di coercizione sia fisica che verbale ed è proprio per questo che i bambini devono, in primis, ricercare una risposta attraverso metodi comunicativi, capire quali sono le esigenze e le motivazioni che portano il pony a collaborare. Si tratta poi di giochi di squadra dove, a differenza della vecchia scuola – che prevedeva ore di lezioni singole con il cavallo gestito dall’istruttore – si inizia fin da subito in modo autonomo, insieme agli altri compagni, nel rispetto di regole ben precise ma pur sempre giocando. Proprio grazie a queste regole al bambino viene insegnato in modo divertente non solo come andare a cavallo ma anche la determinazione a portare a termine il compito assegnatoli oltre al rispetto dei compagni di squadra, pony compresi.
I Pony Games hanno inoltre il merito di sopperire alle mancanze dell’equitazione di stampo classico, come l’aspetto atletico e sportivo; questo tipo di attività porta i ragazzi a dover imparare ad essere dinamici e a ritrovare l’assetto corretto in ogni situazione perché i giochi prevedono che il cavaliere sia parte attiva del binomio, ad esempio a volte è necessario scendere o salire, inizialmente al passo ma poi anche al galoppo, ma anche correre tanto veloce quanto il cavallo oppure avere la prontezza di riflessi per appoggiare una pallina da tennis sopra un cono mentre il pony si muove. Un aspetto non meno importante è la complicità che si viene a creare con il cavallo, noto per le sue qualità empatiche e spesso utilizzato anche nella pet-therapy. Questa intensa partecipazione insegna cosa siano la passione, la voglia di crescere e confrontarsi con gli altri, di accettare la continua sfida a superare se stessi. Il solo fatto di riuscire a farlo recherà poi un innegabile vantaggio nella vita, un aiuto per tutti quei ragazzi che, sempre più spesso, hanno difficoltà relazionali o anche solo nel superare momenti difficili, come può essere l’adolescenza. La gestione di queste “crisi” si rivelerà infatti più facile per coloro che avranno potuto rafforzare la propria autostima con l’aiuto di un amico animale. Il gioco va a soddisfare i loro bisogni fondamentali: integrarsi in un gruppo, comunicare, competere ed avere fiducia in sé stessi.
Molti genitori rimangono inizialmente un po’ perplessi dall’uso dei pony e più propensi all’impiego del cavallo, in quanto hanno l’impressione che il pony sia una sorta di “giocattolo” mentre il cavallo rappresenti la componente “seria” dell’equitazione. Le motivazioni che portano alla scelta di utilizzare i pony trovano risposta innanzitutto nella sicurezza del bambino, che si trova a rapportarsi con un animale adatto alla sua altezza e forza. Anche un’eventuale caduta diventa quindi parte del gioco, senza traumi fisici o psicologici. Mettendoli a confronto con una stazza da loro gestibile si dà ai bambini la possibilità di fare tutto da soli a partire dal pulire, sellare e preparare un animale che altrimenti sarebbe troppo grande.
Alcune note tecniche. Questa è un attività propedeutica alla competizione che porta i ragazzi a confrontarsi e a socializzare, è accessibile a tutti i cavalieri, anche principianti, a partire dai 4 anni senza limiti di età, a condizione di poter disporre di pony adatti (taglia e livello di addestramento) e di rispettare il codice dei Pony Games: comportamento leale (fair play), rispetto del pony, degli altri e delle regole. L’importante è affidarsi sempre a tecnici federali qualificati e centri ippici raccomandati F.I.S.E (Federazione Italiana Sport Equestri).
Per informazioni e per avvicinarsi ai pony games:
www.circoloippicospiaditalia.it
www.fise.it
www.mounted-games.org
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