La storia di Napoleone


“Buongiorno Andrea, sono Clorinda, credo di aver bisogno del tuo aiuto! Ho un fantastico Bassethound di un anno e due mesi di nome Napoleone che ha un piccolo e grande problema: è un aspirapolvere! Mangia di tutto e siamo costretti ad essere super attenti per strada e in casa. Spero che tu ci possa dare un consiglio.”

In questo numero vi voglio parlare della vicenda di Napoleone, un cane con un problema di picacismo, anche denominato allotriofagia o, più semplicemente, pica, un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dall’ingestione continuata nel tempo di sostanze non commestibili (canovacci da cucina, calzini e in particolare fazzoletti di carta bianchi, nel suo caso). Napoleone in passato era stato visitato da due comportamentaliste e, nonostante un integratore per lo stress e l’assunzione di un farmaco ad uso umano per la cura delle gastriti avessero portato dei benefici, continuava a manifestare il problema. Cosciente dei limiti della comunicazione (non prescrivo farmaci o faccio diagnosi mediche) decisi comunque di portare il mio contributo, fiducioso che la storia di Napoleone potesse essere a lieto fine. Fin dalle prime fasi Napoleone si rivelò un vero “osso” duro, per usare una metafora canina, con un carattere cocciuto e determinato ma al contempo solare. Avendo deciso di lasciare la comunicazione libera, Napoleone ha condiviso con me molti scorci della sua vita quotidiana, a riprova di quanto l’interazione uomo-animale possa essere molto profonda e con risvolti psicologici davvero interessanti.
Napoleone mi disse che era felice, portato in giro come un principe, per via della sua abitudine ad essere accudito e in particolare aiutato a salire in macchina, da vero lord! Iniziò a riferirmi episodi di vita, a mostrare dettagli della casa dove vive e dei suoi proprietari (gli animali comunicano tramite immagini). Mi disse che non gli piaceva la sua vicina: lei pensa non sia bello. “Lo immaginavo – sospirò Clorinda – è mia cognata che abita sopra di me. Le dirò di far più attenzione quando parla, in effetti glielo dice spesso, ora ho la riprova di quanto ci capiscano”. Rotto il ghiaccio iniziale chiesi a Napoleone quale fosse il disagio che lo portava a ingerire oggetti non commestibili e dannosi per la sua salute. Mi sarei aspettato che la natura potesse essere psicologica ma Napoleone portò subito la sua attenzione sullo stomaco, trasferendomi un senso di appesantimento nella parte bassa e sinistra, come se la sua necessità di mangiare continuamente derivasse dal volerlo alleviare. Infatti mi comunicò: Se non mangio mi fa male, ribadendo che il suo dolore partiva proprio dallo stomaco. Mangiava perché associava il disturbo alla mancanza di cibo ma poi, mangiando, questo peggiorava nuovamente, generando un circolo vizioso. Mi parlò inoltre di una maggior sensibilità che aveva nei denti dell’arcata inferiore, all’altezza dei canini e mi trasferì l’immagine di un oggetto allungato a forma di becco d’uccello. Dissi a Napoleone che avrei riferito tutto a Clorinda ma che lui si sarebbe dovuto impegnare a mangiare solo il cibo che gli veniva dato. Era cosciente della situazione e infatti mi chiese se la sua famiglia fosse arrabbiata con lui. Gli spiegai che la loro severità era dettata esclusivamente dalla necessità di prendersi cura di lui, che avrebbe dovuto fare lo sforzo di fidarsi di loro e che tutto si sarebbe sistemato.

Riferii i pensieri di Napoleone a Clorinda. “Ti ringrazio per le informazioni – disse – Ti confermo che a soli 5 mesi abbiamo dovuto estrargli i canini perché era enognato (la mascella è più lunga della mandibola e di conseguenza le due arcate dentali non combaciano ndr) e per la conformazione delle bocca i canini bucavano il palato. Indagherò invece sicuramente con il veterinario quanto mi riferisci sulle sue sensazioni nello stomaco”. “Volevo anche dirti che Napoleone ha espresso la volontà di poter correre libero, non so se lo tenete spesso al guinzaglio – aggiunsi – Per lui è una grande necessità: vuole più libertà e la possibilità di correre”. “Hai ragione e non sai cosa non faremmo
per potergli dare più libertà – sospirò Clorinda – Giriamo sempre col guinzaglio perché non abbiamo alternative, dobbiamo controllare ogni centimetro quadrato del terreno per evitare che possa ingoiare oggetti dannosi. Per noi una semplice passeggiata un incubo, temiamo per la sua incolumità. L’immagine a forma di becco risponde infatti alle pinze di quando è stato operato in endoscopia, già per ben 3 volte” disse scoraggiata. Conclusa la comunicazione ci lasciammo con la promessa di risentirci a breve. Passò più di un mese. “Ciao Andrea abbiamo seguito i tuoi consigli!”. “Non i miei” la interruppi “i consigli di Napoleone”. Già, vero!
Abbiamo prenotato una gastroscopia. La dottoressa inizialmente volle capire il motivo per il quale intendevo sottoporlo a quest’esame piuttosto invasivo nonostante gli esami del sangue e delle feci fossero negativi. Per convincerla inventai una bugia, ma… per fortuna! L’esito della gastroscopia e dell’esame istologico fu spaventoso: una grave gastrite cronica con altre problematiche correlate piuttosto pesanti. Questa storia ha dell’incredibile Andrea! Ma ha un notevole riscontro! Abbiamo effettuato una terapia di circa un mese con una serie di antiinfiammatori e antibiotici”. “E… “ adesso ero io quello impaziente di sapere! “Oggi la situazione è migliorata notevolmente, sia sul fronte della salute che del comportamento. Possiamo finalmente concederci passeggiate rilassanti senza più stress e paura. Ha smesso di mangiare oggetti e addirittura i sui amati fazzoletti! Siamo finalmente tutti più sereni e ora può godersi la libertà, è un cane felice e lo siamo anche noi a casa”.
Quante emozioni in quelle parole! “Devo dirti che ho anche parlato con mia cognata di ciò che Napoleone ti ha detto. Ora ha smesso di dirgli che è brutto quando lo vede… Il risultato è che adesso Napoleone la accetta ed è affabile con lei! Grazie Andrea di vero cuore per tutto quello che hai fatto per noi, senza il tuo aiuto non saremmo mai riusciti a capire il vero problema di Napoleone. Ma soprattutto grazie infinite per averci fatto toccare con mano l’importanza della comunicazione tra uomo e animale, riconoscere le loro emozioni, i loro disaggi e i loro problemi fisici è di fondamentale importanza per instaurare un rapporto fondato sull’amore e sulla fiducia reciproca”. Grazie a voi, Napoleone e Clorinda, per quanto ho ricevuto umanamente da questo contatto a riprova di come il comunicare permetta di superare ostacoli prima insormontabili.


La comunicazione telepatica con gli animali non può in nessun modo portare ad imporre dei cambiamenti in un essere e non si sostituisce al prezioso lavoro svolto dai veterinari, ma può offrire una prospettiva diversa per migliorare la comprensione dei nostri compagni animali.
Ogni caso è a sé e non si può standardizzare. Comunicare telepaticamente con gli animali vuol dire avere l’umiltà di fidarsi dei propri istinti ed delle proprie sensazioni. È un processo molto intimo e interiore che presuppone l’essere aperti ad ascoltare il prossimo, il tornare a sentire anche noi stessi, a comunicare con il nostro corpo, a prendere nota delle nostre emozioni e sensazioni con, alla base, un lavoro di pulizia della nostra mente. È basata sul principio di trasferire amore incondizionato verso un altro essere vivente. C’è molta magia e stupore quando si dice “Parlare con gli animali? E’ impossibile, sarebbe un miracolo, non sei mica San Francesco!”. Concordo in pieno, ma se riuscissimo costantemente ad approcciarci alla vita con queste emozioni e predisposizioni per il prossimo non descriveremmo come miracoloso il mondo che si creerebbe. I sogni devono solo essere coltivati e condivisi e si tradurranno in realtà, per realizzarli dobbiamo necessariamente superare il nostro egocentrismo e passare ad un concetto di comunità. Comunicare con gli animali può sembrare un concetto astratto e irraggiungibile. Addirittura un dono riservato a pochi. Sono fermamente convinto del contrario e vi invito a credere nei vostri sogni. In fondo, perché un calabrone così goffo e non filiforme vola? Perché nessuno gli ha mai detto il contrario!

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Andrea Contri

Andrea è l’esponente italiano più accreditato della comunicazione telepatica con gli animali. Allievo di Wynter Worsthorne, docente ed autrice di pubblicazioni sulla comunicazione con gli animali di Cape Town (Sudafrica), e ospite fisso di “Cerco Cuccia Disperatamente” Per contattarlo animaltalkitalia@gmail.com