La sterilizzazione è uno degli argomenti di base della prima chiacchierata che il proprietario fa con il veterinario quando porta il proprio animale in visita.
Per avere delucidazioni su come si svolge l’intervento bisogna parlare con il medico veterinario di fiducia: le tecniche sono diverse e l’intento dell’articolo non è quello di spiegare come avviene ma perché farlo.
Bisogna prima di tutto distinguere fra sterilizzazione del cane e del gatto.
Per ciò che riguarda il gatto di solito non ci sono grosse argomentazioni perché la famiglia che lo adotta, sia esso maschio o femmina, è già a conoscenza del fatto che per poter convivere pacificamente con i vicini (se il gatto esce) o con i componenti della famiglia se il gatto vive solo in appartamento, la sterilizzazione è un passo inevitabile .
Di solito si consiglia di portare la gatta dal veterinario a cinque-sei mesi per controllare se i denti decidui sono stati tutti sostituiti e se il peso arriva a 2,5 kg nel qual caso si procede all’ intervento chirurgico. In caso contrario, se la gatta esce di casa bisogna tenerla controllata per intervenire ai primi segni di “calore” così da evitare indesiderati accoppiamenti.
Per il maschio invece si cerca di aspettare un pochino di più, attorno ai sette-otto mesi se non ha già iniziato a girovagare e litigare con altri maschi e se vive solo in casa, sempre se l’urina non ha ancora il tipico odore insopportabile da gatto sessualmente maturo.
Perché tutto ciò?
Non si tratta solo di un controllo delle nascite ma anche della salute dei nostri animali. Tramite accoppiamenti e litigi, oltre alle ovvie gravidanze, si possono infatti trasmettere il virus dell’immunodeficienza felina e della leucemia virale felina, oltre a tutti i pericoli che si possono incontrare girovagando fuori casa: incidenti stradali, litigi, sostanze tossiche, incontri ravvicinati con “vicini del terzo tipo” o con i loro cani.
La sterilizzazione del cane femmina invece deve essere considerata in modo distinto se come prevenzione di malattie dell’apparato genitomammario in età matura o se come prevenzione di gravidanze indesiderate. Per esperienza, non dovete fidarvi della frase: “non la sterilizzo perché tanto la tengo sotto controllo ed il mio giardino è tutto recintato” perché prima o poi la vostra cagnetta ve la farà sotto il naso! L’operazione di sterilizzazione per prevenire gravidanze indesiderate non ha limiti di età, fermo restando il fatto che operare una cagnolina giovane e sana è meno “difficoltoso” e rischioso che operare una cagnolina malata ed anziana. La sterilizzazione per prevenire infezioni uterine o cisti ovariche e false gravidanze che sfociano prima o poi in neoplasie mammarie invece deve essere fatta al massimo entro il secondo calore.
La sterilizzazione del cane maschio di solito viene richiesta perché il cane è un po’ troppo esuberante o si “innamora” troppo facilmente ….
Più di rado si richiede la castrazione per abbassare l’aggressività del maschio adulto. Per questa motivazione il mio consiglio è quello di fare sempre valutare il cane da un esperto in terapia comportamentale per capire quale sentimento c’è alla base dell’aggressività dimostrata, perché non sempre l’intervento può essere risolutivo, anzi, potrebbe anche peggiorare la situazione.
Per chiudere, vorrei provare a chiedervi di entrare in empatia con le mamme gatte e cagne che, dopo aver partorito con fatica ed amore e dopo averci lasciato toccare i loro cuccioli con estrema fiducia si vedono portare via i loro neonati impotenti a reagire ad un fatto così terribile che solo l’essere umano può concepire. Ogni mamma gatta e cagna sa perfettamente quanti piccoli ha partorito e lasciarne uno solo “così non le viene la mastite” non le impedisce di disperarsi per le perdite…
Voi che fareste?
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